Emozioni invernali
Qualche sciata fugace e un piccolo ritorno all’arrampicata… la Natura sempre a fare da sfondo.
Perché si tratta anche di allenamenti ma l’idea è sempre quella di stare nell’ambiente, guardare all’emozione e soprattutto sapersi fermare, per vedere e ascoltare.
Ha nevicato e così i boschi sono diventati il luogo dove trovare quel sorriso che poi ti accompagna fino alla sera, assieme alla sensazione di pace e serenità.
Poi è venuto il vento e col passare delle settimane la neve è mutata e insieme anche il modo di sciare: bisogna anche sapersi adattare.
Sciare è bellissimo però le sensazioni più pure le ritrovo nella scalata, soprattutto nelle fredde giornate invernali, quando, alla stregua delle lucertole, ricerchiamo il Sole. Ma quello bello, che lo guardi diritto in faccia perché ti scalda e ti fa stare bene.
Quest’anno più di altri ho sentito di voler ricomporre il legame tra la pelle delle dita e il minerale. Il regalo più grande è stato farlo arrampicando nella luce invernale, tra i ciuffi d’erba agitati dal vento e la pace infinita delle pareti sospese nello spazio e nel tempo.
Le terre di confine sono luoghi aspri che per questo attraggono, un po’ come alcune persone che ci vivono. Ed è per questo che quando sei lì, alla base della parete, che stai predisponendo il materiale ed il sole si alza quel tanto da illuminare la roccia davanti a te, fai un passo in avanti e la danza verticale ha inizio.
Perché si tratta anche di allenamenti ma l’idea è sempre quella di stare nell’ambiente, guardare all’emozione e soprattutto sapersi fermare, per vedere e ascoltare.
Ha nevicato e così i boschi sono diventati il luogo dove trovare quel sorriso che poi ti accompagna fino alla sera, assieme alla sensazione di pace e serenità.
Poi è venuto il vento e col passare delle settimane la neve è mutata e insieme anche il modo di sciare: bisogna anche sapersi adattare.
Sciare è bellissimo però le sensazioni più pure le ritrovo nella scalata, soprattutto nelle fredde giornate invernali, quando, alla stregua delle lucertole, ricerchiamo il Sole. Ma quello bello, che lo guardi diritto in faccia perché ti scalda e ti fa stare bene.
Quest’anno più di altri ho sentito di voler ricomporre il legame tra la pelle delle dita e il minerale. Il regalo più grande è stato farlo arrampicando nella luce invernale, tra i ciuffi d’erba agitati dal vento e la pace infinita delle pareti sospese nello spazio e nel tempo.
Le terre di confine sono luoghi aspri che per questo attraggono, un po’ come alcune persone che ci vivono. Ed è per questo che quando sei lì, alla base della parete, che stai predisponendo il materiale ed il sole si alza quel tanto da illuminare la roccia davanti a te, fai un passo in avanti e la danza verticale ha inizio.