Salewa Ortles Guide 35 - Lo zaino perfetto per l'alta montagna
Il vecchio zaino da scialpinismo e alpinismo della Simond mi aveva servito più che egregiamente ma il Salewa Ortles Guide 35 ha decisamente una marcia in più, soprattutto per quanto riguarda le salite d'alta montagna.
La prima caratteristica si percepisce al tatto ed è la buona consistenza del materiale, aspetto verificato con l'utilizzo. Il tessuto è un mix tra un ripstop 420D solamente nella porzione frontale dello zaino e un 210D più sottile su tutto il resto (Regen Robic Recycled Nylon di Salewa). Personalmente avrei fatto un 420D anche ai lati, infatti caricando molto lo zaino con materiale un po' spigoloso, qualche dubbio sulla tenuta mi è venuto. Però le cuciture sono molto robuste.
Considerata la fattura dei materiali, con i suoi 1280 g credo possa essere considerato come uno zaino mediamente leggero.
La seconda caratteristica invece riguarda la comodità d'utilizzo: gli spallacci pur essendo mezzi vuoti distribuiscono bene il carico sulle spalle, la cintura (rimovibile) permette di scaricare sufficientemente il peso (rispetto ad altri zaini in cui è un pro forma) e lo schienale è strutturato con Barra Interna Stabilizzante (ISB) in alluminio (rimovibile) che conferisce un certo grado di rigidità, che torna utile nel caso lo zaino sia mezzo vuoto; inoltre presenta sistema di trasporto Dry Back Contact che garantisce una buona traspirabilità. Non ci si aspetti di avere un ventilatore incorporato, ma un contributo lo da. La compattezza dello zaino fa il resto, rendendolo ottimale per i lunghi avvicinamenti a pieno carico.
Compattezza è anche sinonimo di polivalenza: il cappuccio infatti si rimuove velocemente aprendo due cinghie e lo zaino può essere usato efficacemente anche su una via d'arrampicata, con sistema di chiusura funzionale ad arrotolamento (Roll Top). In questo caso, in assenza del cappuccio, torna molto utile la tasca secondaria frontale che è molto profonda e capiente. Con questa configurazione le cinghie anteriori rimangono inutilizzate ma è possibile inserirle nella tasca frontale tramite apposito foro, evitando che fungano da punto debole per esempio in qualche stretto caminaccio dolomitico; quelle posteriori invece non sono rimovibili e pendono ma essendo sul retro c'è meno il rischio di impigliarsi.
Il sistema di trasporto delle piccozze/bastoncini va bene ed è robusto anche se personalmente preferirei avere un elastico anche sull'attacco superiore, che permette un fissaggio più rapido. C'è da dire però che la tasca di protezione per le becche è un po' piccola, col risultato che metà becca esce, ma sono dettagli.
Un elemento che invece apprezzo molto è la cinghia porta-corda: la fettuccia è lunga, totalmente esterna allo zaino ed essendo magnetica risulta praticissima.
Qualche caratteristica secondaria ma che contribuisce sicuramente in positivo: la cerniera di accesso rapido è molto robusta ed efficiente, così come la tasca porta-documenti con portachiavi si presta bene all'utilizzo. Non sono un amante del camelback, ma utilizzato due volte e il foro di idratazione ha funzionato egregiamente (ci vuole poco, direte).
Veniamo ora all'unica vera nota dolente, ovvero la mancanza di una retina porta casco incorporata, decisamente utile nel caso di avvicinamenti a pieno carico, quando tenere il casco all'esterno permette di risparmiare molto volume. Tuttavia c'è la predispozione, ovvero sono presenti quattro asoline per agganciare la retina esterna.
Non l'ho ancora utilizzato d'inverno con gli sci ma penso che il suo lavoro lo faccia, anche se non è pensato per lo scialpinismo. Infatti la tasca frontale per pala/sonda va restringendosi quindi trasporta peggio pale a chiglia quadrata e non sono presenti gli scomparti predisposti per manico e sonda. Inoltre avrei qualche timore di rovinare i due lati dello zaino con le lamine degli sci, quando trasportati lateralmente.
Nel complesso quindi l'Ortles Guide 35 è un ottimo zaino. Con la sua capienza di 35 L e vista la sua struttura, sicuramente lo consiglierei con un occhio specifico per l'attività d'alta montagna sia in giornata che di più giorni con pernottamento in rifugio e avvicinamenti importanti, dove comodità e praticità fanno la differenza.
- Salewa Ortles Guide 35 senza cappuccio, vista frontale. Le due cinghie anteriori inutilizzate possono essere inserite nell’apposito foro visibile. La chiusura Roll Top funziona bene, così come la fettuccia porta corda e la zip di accesso rapido. La tasca secondaria frontale è ampia. Non amo l’attacco superiore porta-piccozza ma bisogna dire che è robusto
- Salewa Ortles Guide 35, vista posteriore. Schienale Dry Back che fa il suo in quanto a traspirazione, spallacci comodi e cintura funzionale (rimovibile). Aggancio magnetico comodo della fettuccia porta-corda e tasca per i documenti. Non si vede ma c’è anche il foro per idratazione.
- Parte superiore (senza cappuccio) particolare
- Cappuccio parte frontale
- Schienale particolare. Chiusura della cinghia pettorale modulabile su tre livelli.
- Spallaccio particolare
- Filando la corda dentro lo zaino lungo la Via Cerana al Carè Alto, affrontata in giornata. Lo zaino è in versione compatta ma si riesce a farci stare tutto (compresi 50 m di corda intera da 9 mm).
- Di ritorno dalla Dent d’Herens, lungo l’infinita Valpelline. Fondamentale uno zaino strutturato, comodo e capiente come l’Ortles Guide 35.
- In assetto leggero su una via normale in Dolomiti: l’Ortles Guide 35 funziona bene anche in questo caso, essendo ben strutturato mantiene la forma anche da semi-vuoto.