"Comunque tu intendi quella vicino alla Via della Semplicità giusto? Che non andiamo a sbagliare via, perchè ci sono due Casarotto-Radin sulla Quarta Pala"...ebbene sì ce ne sono due e ovviamente non avevamo in mente la stessa: io intendevo quella in parete Sud, lui quella in parete Sud-Est. Svelato il bug del nostro ragionamento, uno dei due avrebbe dovuto "piegarsi" al progetto dell'altro, quando mi viene in mente la soluzione di proporre una terza via: la Via dei Finanzieri! Che tra l'altro c'è da dire che come linea è anche quella che più mi piace delle tre.
La via sale in piena parete Sud seguendo una linea logicissima di diedri, spesso solo accennati e fantastiche placche. La roccia è solidissima tranne nel primo dei due tiri chiave dove Stefano decide che è arrivato il momento di disgaggiare un bel blocco giallo, testando la buona tenuta del friend rosso. Chiaramente spesso si trova erba ma è una cosa che va messa in conto su queste pareti a relativamente bassa quota.
Partiamo da Col di Prà alle prime luci e scovata la traccia non la abbandoniamo più, per entrare poi nel canale del Van de Pez pieno d'acqua. Da qui con due tiri di corda su erba semi-verticale, usciamo sulla destra. Insistiamo ancora nel bosco e usciamo all'attacco delle vie della parete Sud. A sinistra sale la Casarotto-Radin che segue l'evidente linea di diedri per poi passare a destra del Pizet, al centro c'è l'estetica "Attimo fuggente" di Gabriele Canu ed Ettore Alborghetti e a destra sale la Via dei Finanzieri.
Manteniamo un buon ritmo e i tiri filano lisci. Anche una volta che ci sei dentro, la linea è logica e solo in pochi punti rischiamo di sbagliarci. Bellissimo il primo chiave (peccato per il marcione sul passo duro, VII?) e anche il tiro dopo su roccia bellissima. In alto sul secondo tiro chiave, la qualità è commovente, peccato che decido di passarmi i cordini a tracolla e non riesco ad estrarre quello giusto al momento debito, costringendomi a salire senza passare la provvidenziale clessidrona...fortuna che poi sono tacche. Si continua a salire per poi traversare tutto a destra fino ai mughi dove i piedi iniziano ad essere dolenti. Tolgo le scarpette e vengo assaltato dalle formiche, perfetto. Nel frattempo Stefano arriva in sosta cantando il motivetto "Finchè la barca va"... mi consolo a non essere l'unico ad avere sempre in mente canzoni del kaiser in questi momenti.
In alto saliamo i tiri di variante a sinistra per tagliare su belle placche difficilmente proteggibili, bisogna viaggiare lunghi su protezioni non sempre a prova di bomba. Proprio sul finale sbagliamo, invogliati da una rampa ascendente quando bisogna invece semplicemente traversare a sx su terreno facile. Lentamente, arrampicando in discesa e con qualche mossa non propriamente convenzionale ci riportiamo sul giusto itinerario.
L'uscita fra la IV Pala e il Pizet, in luce pomeridiana è unica. Una via di 900 m su una parete bellissima alle spalle, sotto di noi solo prati e qualche chiazza di neve e in macchina una birra che aspetta: cosa volere di più?
Via salita in giornata. Poco meno di 3h per arrivare all'attacco (senza sbagliare nulla) e poco meno di 10h per la via, 1.5h la comoda discesa. Sulla relazione dei due tiri chiave si legge A1/A2, ma non ci si aspetti di trovare chiodi per fare artificiale, anche perchè quello provvidenziale sul primo è venuto via come burro. Passando in libera il passo è gradabile sul VII, solo parzialmente azzerabile. Invece il secondo è bello e tutto da scalare (VII-).