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Via degli Allievi – Cimon della Pala
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Diedro Martini – Cima alle Coste
5 Aprile 2019
IMG_2871
Da tempo volevo andare a Mallorca per arrampicare e quando l'amico Marco mi dice che a cavallo fra Marzo e Aprile sarà sull'isola, capisco che si tratta dell'occasione giusta.
L'isola è relativamente piccola e con massimo un'ora di auto si è ovunque o quasi, quindi decidiamo di farci due notti fuori e due in ostello a Palma.
Il primo giorno Marco mi porta a Caimari, una bella falesia immersa nel verde dove si scala prevalentemente su placca grigia a gocce o buchi ma non mancano i leggeri strapiombi. Dopo qualche scaldo per rodare con la falesia, decidiamo di provare l'ebbrezza di salire una via da 40 m con la corda da 70... sono i numeri poi per calarsi! Ma in qualche modo si fa...
Poi ci spostiamo sulle classiche dove mi riescono a vista Morito (6c, classicissima della falesia) e un capolavoro di 6a+ che sale lungo una concrezione ("tufas" in spagnolo) per poi finire con qualche movimento in fessura strapiombante.
Caimari, fantastica falesia immersa nel verde
Marco sul monotiro da 40 m affrontato con corda da 70…
Fantastico 6a+ tecnico sulle “tufas”

Marco su Morito (6c)
Morito vista dall’alto: che tiro spettacolare! Merita sicuramente un giro

Il secondo giorno decidiamo per una multipitch a Sa Gubia, chiamata Sol Solet. La sottovalutiamo un po', credendo che come spesso capita, i gradi in una via lunga siano più morbidi che in falesia, invece così non è quindi il 6b+ spinge bene! Il grip è dei migliori mai visti e la via spettacolare, ogni tiro vale come un monotiro bello in falesia. Alla fine Marco decide che vuole testare la tenuta della corda e si spara un bel volo dal quarto spit, arrivandomi a fianco in sosta: "Holà hombre!".
L'idea era di farsi due vie ma Sol Solet è stata bella impegnativa e per oggi va bene così.
Hotel qashqai 5 stelle
Sa Gubia con i tetti terrificanti a destra e le placche grigie a sinistra. Sol Solet corre a limitare del giallume
Primo tiro di Sol Solet (6b+)

Primo tiro che da la sveglia!
Marco in sosta del terzo tiro
Venga mas hombre!

Sul penultimo tiro
Yo
Relax in spiaggia a Palma

Wellness

Il terzo giorno ci spostiamo al Nord nella falesia de La Creveta dove conta più l'ambiente che le vie in sè. Spira un vento forte e l'atmosfera a tratti è da tempesta ma fino a metà pomeriggio non fa una goccia così riusciamo a farci 6 bei monotiri. Qui la roccia è tipica delle zone di scogliera e a volte non eccelle per il grip ma le vie da 30m fanno fare dei bei viaggi. I gradi sono compressi così i tratti più duri dei 4c non sono poi così più facili dei 6a: l'importante è scalare su vie belle!
Alla fine proviamo la super classica della falesia Records de Bunyola (6a+), un vero gioiellino di placca col passo chiave dove bisogna stringere un crosticina delle dimensioni di un polpastrello: "sustained but never desperate" cit.
Verso l’infinito. Falesia La Creveta
Bella placca di 30 m gradata 4c (?). Lo start era tranquillamente 5c.

Su Records de Bunyola (6a+), la classicissima della falesia

Finalmente arrivata l'agognata doccia in ostello ma abbiamo ancora una mattinata prima di riprendere l'aereo per tornare. Il tempo è incerto, così per non sbagliare decidiamo per gli strapiombi della falesia del Bunker, conosciuta da Marco ma non presente sulla guida Rockfax. Ci mettiamo unpo' a trovarla ma poi riusciamo a scalare 3 orette su roccia modellata dal vento e per questo ricca di buone prese...ma bisogna imparare a conoscerla. Se metti male i piedi non vai su, anche se le vie sono tutte molto fisiche, da arrivare col fiatone in sosta!
Alla fine ci spariamo 6 tiri di cui 2 veramente molto belli!
Il momento della partenza arriva come sempre molto presto, ma come ogni volta si lasciano progetti aperti, ottimo motivo per tornare su questa fantastica isola!
Il panorama dalla falesia del Bunker
Scalata breve ma intensa, molto fisica
Marco su un bel 6a un po’ più tecnico

Ultima via super strapiombante: mamma che legna!

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Claudio
Claudio

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"Tutte le arti aspirano alla condizione della musica, che non è altro che forma. La musica, gli stati di felicità, la mitologia, i volti scolpiti dal tempo, certi crepuscoli e certi luoghi, vogliono dirci qualcosa, o qualcosa dissero che non avremmo dovuto perdere, o stanno per dire qualcosa; quest’ imminenza di una rivelazione, che non si produce, è, forse, il fatto estetico” J. L. Borges

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