Di nuovo sulla roccia del Pilastro dei Barbari, questa volta col Trevis, in una ventosa e assolata giornata di metà Marzo.
Sono in sosta e guardo verso il basso: le corde oscillano e si portano quasi orizzontali al suolo; tutto attorno i ciuffi d'erba vibrano impazziti.
Trevis ha appena scalato un tiro misto di placca e strapiombo...ora tocca a me partire sulla placca.
Il vento è il motivo di questo periodo. Vento e aderenza.
Le mani rovinate e insanguinate.
Noi saliamo, il Sole gira. Così quando sbuco sul boschetto sommitale, recupero la corda godendomi l'ultimo tepore, che se ne va mentre impacchettiamo le corde.
Fortuna che ormai tocca solamente scendere!
Alcune considerazioni sui tiri:
L1: ditoso in partenza, scaldarsi bene. Boulder a metà azzerabile (7a/A0);
L2: partenza stronza e poi continuità (7a);
L3: 7a da falesia. Movimenti eleganti, richiede capacità di lettura;
L4: parte appoggiato e tecnico, poi strapiomba con sezione dura (6c+);
L5: più facile degli altri ma molto continuo. In alto attenzione alla roccia in uscita sul boschetto (6b+);
L6: placche grigie compatte, tiro di continuità di rara bellezza. Al primo strapiombino attenzione alla cengia sotto (6c,
vedi foto);
L7+L8: boulderino iniziale e poi più facile. Un friend medio aiuta a proteggere dopo il terzo spit (run-out). Unire i due tiri in uno unico da circa 30 m è fattibile senza attriti di sorta (6a).
Note: usati 15 rinvii (bastano 13), 2 mezze corde. Spittatura S2 che obbliga quasi sempre a scalare. Spit in buono stato, soste ottime con anello di calata.