24 Dicembre 2020

Cugi’s Corner – Cimon di Palantina

Di nuovo in Alpago, sempre sul Cimon di Palantina, questa volta su Cugi's Corner,"l'angolo dei cugini", la via che Barry ha aperto nel 2011 proprio assieme a suo cugino Simone. Ormai i social fanno miracoli: Domenica sera io e Stefano vediamo qualche foto di un Cimon di Palantina in gran forma, condizioni da libidine, così ci sentiamo e presto fatta ci organizziamo per andare a ficcarci il naso, non prima di aver sentito il Barry che mi fornisce qualche preziosa dritta.

Sfortunatamente il rialzo termico dovuto all'inversione, unito all'umidità e al cielo coperto, hanno deteriorato rapidamente le condizioni del ghiaccio e della neve ma la salita è ancora fattibile con discreto margine così ci troviamo carichi sotto alla colata basale. Inizialmente mi tengo centrale ma il ghiaccio marcio non mi da sicurezza, così su consiglio di Stefano mi sposto a destra a cavallo fra l'erba e il ghiaccio. Bisogna usare delicatezza, gli agganci aiutano, bella sveglia! Accorpo il secondo tiro in diedro-goulotte stupendo fino in sosta (65 m). Trovo un chiodo lama spaziale che rinforzo con friend piccolo.

Tocca a Stefano che si pappa in scioltezza il boulder per uscire dalla grottina e poi rapido su fino in sosta su chiodo e masso incastrato (55m). Bel tiro, non banale, soprattutto l'uscita dalla grottina. Riparto sul tiro più facile della via, reso insidioso dalla neve che sta iniziando a mollare un po'. Friend rosso nella fessura a destra e poi su senza possibilità di protezione. Provo a mettere un hook ma non li so piazzare e sembra più che altro un pro forma psicologico, terrebbe a malapena in statico. Nella nicchia metto volentieri due friend discreti e recupero Stefano però so bene che prima che riparta, la sosta va rinforzata almeno con un chiodo, infatti il tiro che segue è delicato. Battiamo un chiodo bomba e allestiamo una sosta a 3 punti a cui aggiungo anche la picca in trazione: ora si ragiona, Stefano può partire. Con estrema delicatezza traversa a sinistra a prendere la colata ghiacciata che poi segue ininterrottamente fino in sosta su un comodo masso con clessidra che rinforza con un chiodo (58m). Nel mentre, dal basso sentiamo una voce di incitamento ed è Barry che, salito con gli sci, è venuto a fare il tifo, un grande come sempre. Comunque il tiro è atomico, Stefano un killer. Un ultimo breve tiro ci porta fuori sullo spallone dove si riesce ancora a sostare comodamente su roccia. Oggi il Cimon di Palantina è "affollato": dietro di noi incalza la cordata di Luca e Ed, mentre a poche decine di metri di distanza Diego e Santi firmano la prima ripetizione di Questo Gioco...giornata memorabile! Saliamo pure in vetta e poi tramite un comodo canalino, con una doppia da 30m (cordone lasciato), torniamo all'attacco dove avevamo lasciato i pesi e poi giù velocemente verso un panino mistico. Super giornata con la macchina Stefano.
23 Gennaio 2020

Spiccozzando in Alpago – Colombera-Cimon dei Furlani-Cimon di Palantina

Questa volta avevo una gran voglia di farmi un bel giro da solo, senza corda, con i tempi scanditi solo da me. E avevo voglia di un po’ di dislivello, visto che ultimamente le gambe non sono troppo impegnate. La scelta è ricaduta sull’Alpago dove si riesce a trovare l’avventura a due passi (circa) da casa. L’obiettivo principale della giornata è il canale Sud-Ovest del Cimon dei Furlani per il quale non decido l’approccio “classico” da Piancavallo ma salgo dall’Alpago, passando per il Colombera, visitato pochi giorni prima salendo il Camino dei Tor. Poi si aggiungerà anche il Cimon di Palantina, per un canalino un po’ improvvisato, ma è proprio questo il bello. Salire sul Colombera è facile lungo la via normale (40°) che parte dalla stazione a monte degli impianti di Piancavallo, poi la discesa per la ferrata dell’Alta via dei Rondoi insidiosa col cavo mezzo sommerso e passi su roccia, a tratti esposta. Non ho la corda ma avendola qualche calata poteva starci. Proseguo in traverso su neve a 45° marmorea (faccia a monte!) per entrare in Val Sughet. La attraverso tutta e mi porto sotto al canale Sud-Ovest del Cimon dei Furlani. La relazione di MontiAlpago parla di IV su roccia ma adesso la neve copre quasi tutto e un saltino di due metri è su ghiaccio, goduria per le picche. Poi proseguo in canale con un salto più ripido (70°) e sbuco su una forcella di cresta. Vado a sinistra e in 10 minuti sono in cima. Dalla cima lo sguardo cade sul Cimon di Palantina, sempre maestoso, con un canale a “s” che invoglia non poco…beh perchè non andare a vedere? Sfortunatamente dal basso non ho memorizzato la discesa in Val Sughet e calarsi a Nord lungo lo spigolo è suicidio senza la corda, così […]
2 Dicembre 2019

Vazzoler – Cimon di Palantina

Via aperta nei lontani anni ’20 in versione estiva, ma che si presta moltissimo alla ripetizione invernale con picche e ramponi. Con l’amico Nicola è da molto che se ne parla e la voglia di cacciarci su per la Nord-Ovest del Cimon di Palantina è tanta ma con l’effimero bisogna pazientare fino a che si presentino le giuste condizioni. Queste arrivano nel tardo Autunno quando dopo alcune nevicate pesanti miste a pioggia, le temperature finalmente scendono: è il momento di agire! La parete non è prettamente solare e incute sempre un certo timore quando ci si trova sotto ma comunque decidiamo per l’attacco diretto. L’erba verticale mi da il buongiorno e arrivo in sosta dopo 60 m con due protezioni (1 fittone e una clessidra formata da una radice secca). Tento di placare gli sforzi di vomito mandando giù un biscotto. Anche il secondo tiro è rognoso ma Nicola riesce a passare piazzando anche qualche protezione. Nel frattempo dal sentiero arriva una voce di incitamento: è Barry che è venuto a salutarci, che gaso! Il divertimento inizia dal terzo tiro quando inizia ad esserci più neve, marmorea! Goduria per picche e ramponi! Non ci sleghiamo mai e con quattro tiri entusiasmanti siamo al lungo traverso dove decido di sostare su roccia e tenermi tutti e 4 i fittoni per proteggere lungo il tiro, scelta che si rivelerà azzeccata. Sul finale aggiriamo a sx il “Dente” stando sotto parete e ci innestiamo su di un canale. Con la testa sono già in cima ma amara sorpresa, bisogna superare ancora una fascia finale di rocce ripide smaltate di neve, improteggibili. Negli ultimi metri mi tocca spaccare man mano il lastrone formato dalla neve riportata altrimenti me lo tiro addosso e infine buco la cornice ed esco fuori…che ragliata! (cit.) Recupero Nicola che […]