21 Gennaio 2022

I’m so sorry con varianti – Cima Brenta

La mia ignoranza nei confronti delle Dolomiti di Brenta è abissale. Per rimediare accetto senza riserve la proposta di Stefano di andare a salire Cima Brenta dal suo versante Nord. Da quello che ho capito, la via che abbiamo seguito è principalmente "I'm so sorry" con delle varianti, per esempio all'attacco sulla via "Pinocchio" che percorre il canale fino al primo nevaio. In realtà quest'anno c'è talmente tanto ghiaccio che l'idea è quella di seguirlo finchè ce n'è, per poi proseguire fino in cima. Dormiamo a Madonna di Campiglio al parcheggio per Vallesinella (1500 m ca.) ed affrontiamo la salita in giornata partendo alle 3:45. Con noi ci sono anche gli amici Luca e Nicola, per cui l'avvicinamento scorre veloce. Volendo salire in cima, decidiamo di lasciare uno zaino prima del conoide basale, che raggiungiamo alle prime luci; infatti scendendo lo scivolo Nord ripasseremo per di qui. L'alternativa è quella di calarsi in doppia lungo la via grazie alle abalakov già pronte (c'è chi si ferma all'ultimo tiro di ghiaccio). La via si articola in 8 tiri, tutti ad esaurimento corda o quasi. Viste le ripetizioni troviamo la sagra degli agganci che facilitano la progressione, a volte un po' meno la chiodatura ma il divertimento è assicurato. Il tiro chiave della candela, dopo il primo nevaio, è salibile anche in un'unico tiro facendo sosta su ghiaccio appena appoggia. I due tiri più belli sono però in alto dove si scala una colatona ghiacciata che forma un diedro con la roccia a destra. Un tiro di M4 permette di uscire nei pressi della Cima Occidentale di Brenta (3112 m) dove si trova la sosta a sinistra. Per Cima Brenta che è posizionata più ad Est, si prosegue con itinerario di cresta fino all'intaglio, si attraversa un nevaio in versante Nord, per poi salire alla croce di vetta (3150 m). La discesa a questo punto avviene in versante Nord prima per roccette (doppia da 30 m su sosta a spit con anello) e poi lungo un canale di neve con pendenza fino 50° che deposita su un cengione. Seguendo a sx (faccia a valle) si torna al conoide d'attacco. Abbiamo avuto la fortuna di salirla in una giornata calda (zero termico a quasi 3000 m), che per Gennaio significa neve che a Sud molla fino in vetta, mentre a Nord temperature attorno allo zero, per cui ce la siamo goduta a pieno. Al ritorno sosta al Tuckett a prendere l'ultimo sole e poi giù, lungo l'infinita discesa fino al furgone. Sempre a bomba con la macchina da guerra Stefano.