Dopo Saturno e Giove, si torna in Vallaccia per completare la trilogia cosmica con la terza ed ultima via: Urano.
Siamo il Nic ed io, reduci dalla salita di Oro e Carbone al Passo Gardena, dove i braccini sono stati usati già a sufficienza, ma la cosa non ci preoccupa, visto che in Vallaccia prevale la placca.
La via si articola prevalentemente in placca o fessure superficiali, anche se non manca qualche diedro, un camino e pure un pendolo.
L'artificiale segnato in relazione è tutto risolvibile in A0, non andando oltre il VII- in libera.
Peccato per il tiro chiave quasi interamente munto... è veramente un palo (7b/c?).
Le soste hanno tutte almeno un anello trapanato e le protezioni lungo i tiri sono le classiche alla Grill, quindi spesso clessidre cordonate e chiodi. Tuttavia non sono abbondanti, soprattutto sul facile, dove la qualità della roccia scade anche abbastanza...meglio evitare la planata che risulterebbe seriamente pericolosa.
Proprio per la qualità della roccia, mi sentirei di consigliare maggiormente Giove, che presenta nel complesso un'arrampicata di maggiore soddisfazione.
Dopo alcuni slungoni facili, si arriva nella parte alta della via che richiede ancora un certo impegno. Anche in cima al Pilastro Zeni non è finita, perchè bisogna scendere fino all'insellatura e risalire per una cinquantina di metri di III grado fino ai prati sommitali, dove finalmente ci si può riposare.
In discesa non commetto lo stesso errore dell'ultima volta e al posto di seguire il sentiero che si abbassa molto, ci teniamo alti quasi in cresta, poi normalmente per la forcella di Vallaccia e giù per il ghiaione morbido fino al bivacco.
Bella avventura col Nik, instancabile!
Col senno del poi un po' più di acqua sarebbe stata cosa gradita, visto il caldo del pomeriggio che ci ha prosciugati...ma abbiamo giustamente compensato con la birra a cena!