1 Giugno 2023

Luce la Sera – Monte Spitz

Quando sali una via di Alessio Roverato ti sembra sempre un po' di essere in montagna. Vuoi per l'avvicinamento, vuoi per la roccia da verificare o per l'ambiente selvaggio...ed è per questo che attrae! Luce la Sera sale gli strapiombi gialli della repulsiva parete Est del Monte Spitz, a picco sul Canale del Brenta. La propongo a Marcello che non esita un istante, così ci ritroviamo all'attacco con un caldo umido micidiale e 270 metri da salire. Il primo tiro sveglia bene: la scalata è bella ma la roccia non allo stesso livello. Se ci si aggiunge il caldo, arrivo in sosta bello sudato, ma va bene così. Facciamo bene i conti: attaccando tardi il Sole gira rapido e la parete ci regala l'agognata ombra. Prendiamo subito un buon ritmo e il secondo tiro ci regala movimenti eleganti su roccia tra il giallo e il nero, spettacolare!  Appena prendiamo quota dal limite del bosco sentiamo l'aria tutto attorno. Si percepisce la natura, nel verde della vegetazione (una giungla!), nel viola delle campanule che crescono abbarbicate alla roccia e nell'arancione dei gigli che popolano infiniti giardini pensili.   Il duro strapiomba per davvero e la scalata si trasforma in una continua intuizione di quello che si potrà trovare oltre il tetto successivo. E' un bel gioco, fatto di dita, bicipiti e opposizioni di forze, anche se alla fine a vincere, come spesso accade, è stata la gravità! Ciliegina sulla torta, al terz'ultimo tiro arriva il temporale. Una breve pausa in una nicchia ci consiglia di uscire lo stesso anche se piove, in fondo la roccia non si sta bagnando tanto... mi ritrovo a recuperare Marcello sul bosco sommitale, sotto il diluvio: era da un po' che entrambi non ci prendevamo un po' d'acqua!  Saliamo dritto per dritto il boschetto fino a beccare la stradina sterrata che seguita verso destra ci porta al sentiero e poi giù in valle. 
4 Aprile 2022

Distensione – Monte Spitz

Finalmente è arrivato un po' di caldino e col Max si va a ripetere questa bella via a spit sulla solare parete Sud del Monte Spitz, che potrebbe tranquillamente essere una meta pienamente invernale. Arriviamo alla base che il sole infatti si fa sentire, tuttavia una volta saliti in parete soffia una bella brezza che stempera. La via in questione presenta un discreto ingaggio nella parte inferiore, più per la qualità della roccia che per la distanza degli spit, che a discapito delle aspettative, sono invece abbastanza vicini, regalando solo qualche passo obbligato sul 6c. Comunque la via non è banale, il primo tiro mette in riga, obbligando ad una scalata delicata. Il secondo probabilmente ha il passo più duro, bello ditoso. Il terzo è di collegamento su bella roccia gialla a gocce e conduce sotto ai tettini della quarta lunghezza, più fisica, con un passo secco in uscita del secondo tettino...chiudere e distendere è sempre la soluzione: nomen omen. Dopo il traverso a destra si arriva sui grigi e la roccia diventa fotonica. Ancora un passo non facile e si arriva in sosta. Da qui si segue la linea del diedro con difficoltà più basse ma arrampicata sempre bella e roccia da urlo. Un'ultima parte un po' sporca e con roccia rotta permette di uscire, accorpando anche gli ultimi due tiri. Ormai l'unico desiderio diventa la birra fresca, che ci berremo a Foza per chiudere in bellezza questa bella giornata di arrampicata. Grande Max, alla prossima!