29 Giugno 2021

Cassin-Ratti – Cima Ovest di Lavaredo

Tiro l'ultima sbracciata e arrivo in sosta, dove uno spit mi rassicura non poco. Mi assicuro e guardo verso il basso...il vuoto è totale e pare risucchiarti giù, fino al nevaio alla base della parete. Penso a Cassin nel 1935 che per salire il tiro seguente ci ha messo ore, adesso tocca al Nic portare su la corda e non senza qualche turbamento, parte all'attacco, dopo poco scompare dietro allo spigolo. Siamo soli in parete, complice la chiusura della strada fino al rifugio e un inverno nevoso che sicuramente sta scoraggiando ancora più di qualcuno a muoversi a Nord, anche se in fondo di neve non ne abbiamo pestata poi tanta. Ad un certo punto un urlo scuote il silenzio e la corda va in tiro...uno dei vari chiodi precari ha deciso di rimanere in mano a Nic, che è volato per qualche metro...poco male, prosegue e arriva in sosta comunque. Lo raggiungerò con l'affanno, il vuoto è siderale. Segue il grande traverso, molto temuto, onestamente poi non così difficile, molto chiodato, anche se farei affidamento su meno di un terzo di quei chiodi. Piuttosto sono i due tiri seguenti a richiedere un impegno maggiore, soprattutto il secondo che troviamo anche un po' bagnato. Le difficoltà sono formalmente finite, ma la via no. Doccia fredda ad attraversare la cascatella, poi non capisco bene dove salire e perdo tempo, in realtà bastava leggere bene la relazione. Poi uno strapiombo e un diedro, che proprio facili non sono, portano agli ultimi tiri. La stanchezza avanza ma siamo tranquilli. Infatti in queste situazioni preferisco fare le cose con relativa calma per non sbagliare, in fondo le giornate sono lunghe. L'ultimo tiro di 60 m ci porta fuori sulla cengia circolare. Stretta di mano, grande Nic che hai proposto questa via adesso che a me non sarebbe neanche passata per l'anticamera del cervello! Sosta cibo e poi giù. Siamo all'Auronzo che sta facendo buio e il copione dell'anno scorso sulla Comici si ripete, col temporale in arrivo. Santa Maria che in barba ai divieti, sale a prenderci in macchina e via a Misurina a mangiarci una meritata pizza! Materiale: 15 rinvii, friend #0.2-2 (ev. anche un micro per proteggere un passo in partenza dal tiro dopo il traverso, dove si vede la ruggine di un vecchio chiodo, ora non più presente), chiodi e martello a discrezione.
13 Giugno 2019

Cassin – Piccolissima di Lavaredo

Dopo aver salito lo Spigolo Giallo, dormiamo al parcheggio del Rifugio Auronzo. Il luogo è spaziale e l’ambiente motivante perchè gira un sacco di gente fortissima! Si sente già parlare delle vie a Nord…e siamo l’8 di Giugno! Ci svegliamo che l’atmosfera è nebbiosa ma siamo fiduciosi e infatti poi il meteo ci ripagherà con una giornata migliore della precedente. La Cassin ha decisamente una marcia in più rispetto allo Spigolo Giallo infatti i tiri centrali sono molto sostenuti e con le protezioni a volte distanziate. Parto sul primo tiro in diedro, molto bello e accorpo fino alla cengia. Poi il secondo tiro mi da una bella sveglia e il terzo è una bastonata. Il traverso invece è facile rispetto al resto. Poi parte Cippo che si fa il diedro di VI- e il tiro dopo su roccia grigia molto bella. Infine Nicola conduce fino in cima. Per le doppie ci sono delle calate nuove su spit ma noi seguiamo due ragazzi altoatesini sulle vecchie calate, molto funzionali anche con una corda sola.  Ci caliamo dal grosso anellone dove termina la via (sotto la vetta) e poi traversiamo a dx (faccia a valle) fino allo spigolo dove parte una serie di 2 o 3 corde doppie che portano alla forcella che separata la Piccolissima da Punta Frida. Da qui con 4 doppie su nuovi anelli resinati, scappiamo dall’orrido innevato e grondante acqua e torniamo alla base.